MARCO CAMBRI (Genova-Quinto, 31/5/1954) Nato a Quinto al mare, in campagna, vive in una famiglia allargata: nonna, nonno, zia, cugine in una casa rurale, così assimila quei valori.
Nel 1968 studia da geometra, lavora al teatro Archivolto come tecnico delle luci.
Inizia a scrivere canzoni in dialetto alla metà degli anni 90, e nel maggio del 1998 fa il suo primo vero concerto al Teatro Gustavo Modena di Genova
dove una registrazione in presa diretta divenne una musicassetta clandestina che iniziò a circolare e lo fece piano piano conoscere.
Scrive in un dialetto stretto, dove sono rievocati termini non di uso comune; vocalmente si pone fra due icone della canzone genovese quali Vittorio De Scalzi e Ivano Fossati.
Nel 2004 esce auto prodotto il CD
"A curpi de prîa" (A colpi di pietra) dove è cantata la Liguria della fatica,
del lavoro dei campi regolati dalle fasi della luna, delle fasce, delle falci e dei falcetti affilati, dell'emigrazione,
dell’aria fina dei nostri monti, delle feste di paese, delle osterie, degli amori e dei personaggi della nostra gente: una finestra sulla piccola realtà della Val Fontanabuona.
Tra i brani
"Pàize",
"Òstàia",
"Prîa néigra",
"Rissi",
"Sarvægo",
"Lùnn-a",
"Angiolìnn-a",
"Figgeu",
"Ninnami".
Nel settembre 2018 esce il suo secondo album edito dalla Orange home records,
"Særa i éuggi" (Chiudi gli occhi)
album tutto in dialetto genovese, contiene 12 tracce inedite, fatte di immagini e poesia, di storie e suoni dal mondo;
Cambri, in questo album rivive la sua infanzia con lo sguardo giocoso ma disincantato di chi è alla ricerca dell'intima essenza delle cose. La copertina è disegnata da Simona Ugolotti.
Tra i brani
"Coverte pezanti",
"Ægoa do bronzin",
"Che rîe",
"Battûa",
"A bagàscia a dûa".
Oltre a suonare, fa massaggi shiatzu.